La legionellosi: valutazione del rischio per gestori strutture turistico/ricettive e termali

Che cosa sono le Legionelle

Le Legionelle sono batteri di forma bastoncellare, aerobi, Gram-negativi, mobili grazie alla presenza di uno o più flagelli.  Si trovano in natura in tutte le acque dolci.

Il genere Legionella comprende ad oggi 59 specie; la  pneumophila, con 16 sierogruppi,  è  la specie più importante dal punto di vista epidemiologico in quanto maggiormente implicata nella malattia Legionellosi.  [Diederen BMW. Legionella spp and Legionnaires’ disease. Infect 2008;56(1):1–12].

Legionella fu classificata nel 1979, a seguito di una vasta epidemia di polmonite che si verificò tra i partecipanti al congresso annuale dell’American Legion svoltosi 3 anni prima al Bellevue Stradford Hotel di Philadelphia: su 4000 ex legionari ci furono 221 casi di legionellosi e 34 morti. (Brenner e coll, 1979; Fraser e coll, 1977). La fonte di contaminazione batterica fu identificata nel sistema dell’aria condizionata dell’albergo.

La legionella è infatti un batterio ubiquitario, ovvero presente un po’ ovunque, che vive e si moltiplica in presenza di acqua e umidità e che trova ambienti favorevoli in impianti idrici, di condizionamento e simili, soprattutto in condizioni di ristagno d’acqua e scarsa manutenzione.

Le persone a maggior rischio di contrarre la Legionellosi (polmonite da legionella), sono soprattutto quelle con gravi forme di immunodepressione (trapiantati, soggetti con malattie oncoematologiche, etc.) e comunque con patologie cronico degenerative. Ulteriori fattori di rischio sono costituiti dall’età avanzata, alcolismo e tabagismo.

La normativa

(14 maggio 2015) Le nuove linee guida nazionali sulla legionellosi

La Conferenza Stato-Regioni del 7 maggio, ha sancito l’Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, sul documento “Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi” (pdf 7,6 Mb) che riunisce, aggiorna e integra in un unico testo tutte le indicazioni riportate sia nelle precedenti linee guida nazionali, sia nelle normative. Il testo, si basa sulle conoscenze presenti nella letteratura scientifica internazionale e ha tratto spunto anche da quanto riportato nelle linee guida prodotte a livello internazionale (Organizzazione mondiale della sanità-Oms), europeo (European Working Group for Legionella Infections-Ewgli) e nazionale/regionale.

Legionellosi in Europa: l’Ecdc pubblica i dati 2014

Con 6941 casi riportati, nel 2014 il tasso di notifica della legionellosi nei Paesi Ue/Eea era di 13,5 casi per milione di abitanti. Il più alto mai registrato. Questo è in linea con il trend in aumento osservato nel periodo 2009-2014, nonostante l’esteso focolaio di Vila Franca de Xira in Portogallo nel 2014 che ha contribuito sostanzialmente all’aumento del numero di casi riportati. Ulteriori indagini, come un’analisi delle condizioni meteorologiche che favoriscono la malattia, potranno spiegare le ragioni di questo aumento. Mentre Francia, Germania, Italia, Portogallo e Spagna registrano insieme il 74% dei casi, molti Paesi hanno un tasso di notifica inferiore a 5 casi per milione di abitante, una situazione questa che rimane invariata da cinque anni e che probabilmente non riflette la vera incidenza della malattia in queste nazioni.

Il protocollo di controllo per la legionellosi è stato principalmente pensato ai fini della valutazione dei rischi nelle strutture turistico-ricettive, negli stabilimenti termali, nelle strutture sanitarie.

Per gli installatori e manutentori uno dei capitoli più importanti è la progettazione, realizzazione e gestione degli impianti all’interno del quale si trovano le prescrizioni impiantistiche per limitare la possibilità di infezioni sia sugli impianti idraulici che quelli dell’aria condizionata.

Inoltre, ogni datore di lavoro deve valutare il rischio biologico da Legionella all’interno dei propri impianti idrici, e, considerata la pericolosità delle infezioni causate dal germe, mettere in atto tutte le procedure necessarie a ridurre il rischio entro limiti di accettabilità aggiornandosi sull’evoluzione delle tecniche disponibili.

In che cosa consiste la valutazione del rischio in una struttura turistico/ricettiva e/o termale?

Nomina di un responsabile: ogni struttura turistico/ricettiva e termale deve individuare una persona responsabile per l’identificazione e la valutazione del rischio potenziale d’infezione, esperto e in grado di comprendere l’importanza della prevenzione e dell’applicazione delle misure di controllo.

Quando si esegue una valutazione del rischio in tali contesti devono essere considerati:

  1. la fonte di approvvigionamento dell’acqua dall’impianto;
  2. i possibili punti di contaminazione dell’acqua all’interno dell’edificio;
  3. le caratteristiche di normale funzionamento dell’impianto;
  4. le condizioni di funzionamento non usuali, ma ragionevolmente prevedibili – ad esempio le rotture -;
  5. le prese d’aria per gli edifici (che non dovrebbero essere situate vicino agli scarichi delle torri di raffreddamento).

oltre che una serie di fattori di rischio. Tra questi ricordiamo quelli più importanti:

1) la presenza e la carica di Legionella;

2) le condizioni ideali per la moltiplicazione del microrganismo (ad esempio: temperatura compresa tra 20 e 50°C, presenza di una fonte di nutrimento come alghe, calcare, ruggine o altro materiale organico);

3) la presenza di tubature con flusso d’acqua minimo o assente;

4) l’utilizzo di gomma e fibre naturali per guarnizioni e dispositivi di tenuta;

5) la presenza di impianti in grado di formare un aerosol capace di veicolare la legionella (un rubinetto, un nebulizzatore, una doccia, una torre di raffreddamento, ecc.);

6) la presenza (e il numero) di soggetti sensibili per abitudini particolari (es. fumatori) o caratteristiche peculiari (età, patologie croniche, ecc…)

E’ importante inoltre effettuare una valutazione approfondita della struttura e dei suoi impianti.

Dall’esito della valutazione del rischio si determinerà il campionamento da effettuarsi in autocontrollo.

Periodicità valutazione del rischio.

L’analisi del rischio deve essere effettuata regolarmente (almeno ogni 2 anni) e ogni volta che ci sia motivo di pensare che la situazione si sia modificata. L’analisi deve, comunque, essere rifatta ad ogni segnalazione di un possibile caso di legionellosi.

Registro degli interventi

Ogni struttura deve istituire un registro per la documentazione degli interventi di valutazione del rischio e di manutenzione, ordinari e straordinari, sugli impianti idrici e di climatizzazione.

Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi

I nostri tecnici sono a disposizione per eventuali approfondimenti in merito.

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